Da un garage di Comiso alla corte del Colosso Enel

“La Sicilia” Mercoledì 15-03-2017

Partire da un piccolo seminterrato a Comiso e arrivare a competere con le più grosse multinazionali del settore, aprendo sedi in Cile, in Messico e in Brasile e realizzando prodotti sperimentali unici in tutto il mondo.

È la storia di Gabriele Criscione, comisano titolare della Crel, azienda che oggi collabora con Enel e che è stato invitato a Catania all’incontro con il presidente del Consiglio, Gentiloni per l’inaugurazione dell’Enel Innovation lab” di Passo Martino. La ricetta del successo? “Muoversi, perché chi si compiange non vede le opportunità che anche una crisi è in grado di offrire”. E di crisi, in questi anni, Criscione ne ha affrontate tante, lasciandole tutte alle spalle.” Da ragazzo – racconta – lavoravo in un’azienda di elettronica di Comiso, ma non vedevo alcuna opportunità di crescita. Così ho deciso di mettermi in proprio. Era il 2000, avevo 20 anni e pochi soldi. Ho affittato un seminterrato e aperto un’officina dove si faceva un po’ di tutto, dalle piccole riparazioni alle lavorazioni elettriche”. Da azienda con un solo dipendente, il titolare, la Crel ne ha fatta di strada. Prima negozio di elettronica, poi produzione, installazione e vendita di sistemi di sicurezza. Poi la crisi. Il salto di qualità arriva nel 2006, quando in Italia si comincia a puntare sul fotovoltaico. “I margini sembravano sufficienti e si poteva ampliare – racconta Criscione, ma ci siamo resi presto conto conto che i sistemi di sicurezza esistenti non erano pensati per il fotofotovoltaico. “I margini sembravano sufficienti e si poteva ampliare – racconta Criscione -, ma ci siamo resi presto conto conto che i sistemi di sicurezza esistenti non erano pensati per il fotovoltaico bensì per uso residenziale, industriale, per ambienti puliti. I siti del fotovoltaico sono ad alto rischio. Così, decidiamo di studiare prodotti specifici. Abbiamo assunto ingegneri, tecnici, abbiamo fatto quasi tre anni di studio per migliorare i sistemi di sicurezza esistenti e alla fine abbiamo tirato fuori una gamma di prodotti specifica”.

Non è stato facile, ma Criscione non si è perso d’animo. “Nel 2015 sono andato in America Latina – racconta – per chiudere alcune commesse con clienti italiani storici. Non ricordo neanche come sono riuscito ad avere un incontro con Enel. Ho pensato che comunque avrei dovuto provarci. Male che fosse andata, dall’altra parte avrebbero riattaccato. Invece ci ricevono e veniamo invitati a partecipare al bando. Dopo tre mesi, da vincitori, è partita l’avventura. Prima in Brasile, poi in Cile e in Messico”. Fine della storia? Per niente. “Ci siamo resi conto di diverse criticità – spiega Criscione -, di aspetti sottovalutati, quali per esempio le tempeste di sabbia. Sono zone aride, senza acqua e non c’è modo di lavare gli impianti”. Un problema irrisolvibile? Non per l’azienda comisana che ha creato un prototipo in grado di pulire gli impianti a costo zero, senza acqua e senza energia. “Quella è stata la fine della prima avventura -commenta Criscione – del primo sistema, e l’inizio ufficiale di una collaborazione già legata con Enel per una serie di prodotti sperimentali

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